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15 Luglio 2020Interessa tra il 5 e il 17% delle donne in età fertile. Il vaginismo è uno dei disturbi sessuali femminili più comuni. Nell’articolo vendono descritte cause, procedure diagnostiche, e trattamenti di questa disfunzione.
Che cosa è il vaginismo?
Come si può leggere nel dizionario di psicologia dell’American Psychiatric Association (2007), il vaginismo è un disturbo caratterizzato da una contrazione muscolare involontaria dei muscoli che circondano perineo, vulva e vagina, e che rende la penetrazione vaginale impossibile o comunque dolorosa. Spesso si accompagna a tensione, paura ed ansia in chi ne soffre. Talvolta questo disturbo si presenta sin dal primo rapporto sessuale (vaginismo primario). In altri casi, invece può manifestarsi dopo un periodo di relativa normalità (vaginismo secondario). Inoltre, il vaginismo può avere carattere generalizzato, presentandosi in tutte le situazioni e con tutti i partner, o essere situazionale, verificandosi solo in presenza di determinate circostanze.
Come può essere diagnosticato il vaginismo?
Il vaginismo si riscontra in una percentuale compresa tra il 5 e il 17% delle donne fertili ed è uno dei disturbi sessuali femminili più comuni.
Si tratta di una disfunzione sessuale che il DSM 5 (2013) definisce Disturbo del dolore genito-pelvico e della penetrazione. La diagnosi si pone quando, per un periodo minimo di 6 mesi, è possibile riscontrare almeno una delle seguenti problematiche:
- la penetrazione vaginale risulta impossibile
- si avverte paura o ansia prima, durante o come risultato della penetrazione
- si sperimenta dolore vaginale e pelvico
- si riscontra un’eccessiva tensione muscolare in area pelvica.
Al fine di poter porre la diagnosi, le criticità riscontrate devono creare disagio clinicamente significativo e non devono essere riconducibili ad altri disturbi psicopatologici, agli effetti di una sostanza o a condizioni mediche generali. È inoltre importante valutare la rilevanza di possibili problematiche relazionali con il partner o l’impatto di altri fattori stressanti.
Specialmente le ultime considerazioni rendono chiaro come sia necessario affidarsi a uno specialista che possa approntare un percorso diagnostico accurato. In merito, è possibile raccomandare l’utilità di rivolgersi a professionisti quali il ginecologo e lo psicoterapeuta specializzato in sessuologia, al fine di approfondire le cause del disturbo e intervenire con trattamenti adeguati.
Quali sono le cause del vaginismo?
In una piccola percentuale di casi il vaginismo compare a causa di problematiche fisiche. Tra queste, un imene eccessivamente rigido e/o fibroso, endometriosi, scarsa lubrificazione della vagina, presenza di tumori pelvici o malattie infiammatorie, sviluppo incompleto della vagina (agenesia vaginale). Si tratta di cause di natura organica che possono essere diagnosticate nell’ambito di una visita ginecologica.
Laddove siano escluse cause di natura fisica diventa fondamentale rivolgersi a uno psicoterapeuta che abbia specifiche competenze in materia di sessuologia. Se rivolgersi a un simile professionista può essere importante anche in caso di presenza di cause organiche, per esempio, per facilitare l’attivazione di strategie di coping rispetto a una possibile diagnosi medica, lo è a maggior ragione nel caso in cui il vaginismo sia riconducibile a un disturbo psicologico.
Quali sono i principali fattori psicologici all’origine del vaginismo?
Esperienze traumatiche pregresse quali abusi fisici e/o sessuali possono avere un impatto a lungo termine sulla salute psicologica delle donne. Per esempio, possono determinare un calo dell’autostima o favorire l’insorgenza di ansia sociale. In aggiunta, del resto, numerosi contributi hanno messo in relazione le esperienze di abuso con una compromissione della sessualità femminile: flashback o ricordi dell’evento violento possono permanere per diverso tempo compromettendo la risposta sessuale della vittima sia da un punto di vista psicologico che fisiologico. Tuttavia evidenze più recenti sembrerebbero disconfermare che esista una correlazione tra essere stati vittima di abusi sessuali durante la fanciullezza e un successivo sviluppo di una disfunzione sessuale (Rellini & Meston, 2011)
In numerosi casi, invece, il vaginismo può essere il risultato di eventi meno traumatici. Il vaginismo è spesso associato ad un’educazione rigida in cui la sessualità è stata un argomento tabù. Ne consegue che in età adulta l’atto sessuale può essere accompagnato da sentimenti di paura o vergogna.
In altri casi, infine, sono le dinamiche di coppia a favorire l’insorgenza di vaginismo. Non sono infrequenti i casi in cui la paura della donna di essere penetrata si accompagna a una paura del compagno di penetrarla. Tali timori possono portare la coppia a vivere con disagio il momento dell’atto sessuale. In aggiunta, conflitti irrisolti, dialogo carente, mancanza di complicità, possono rappresentare dei fattori di rischio per il vaginismo. Questo è vero soprattutto se anche il partner soffre di una disfunzione sessuale, come un ridotto o assente desiderio sessuale, difficoltà di erezione o eiaculazione precoce o ritardata.
Vaginismo: quali trattamenti?
Data la complessità dei fattori che possono avere un ruolo nel determinare un quadro di vaginismo, ogni trattamento del disturbo dovrà essere calibrato sulle specificità di ogni situazione. La sinergia di intervento tra i professionisti che si occupano della materia, come il ginecologo e lo psicoterapeuta specializzato in sessuologia, garantisce percorsi personalizzati di trattamento.
Simili percorsi, infatti, prevedono trattamenti integrati in cui vengono presi in carico i possibili problemi individuali e relazionali di coppia. Le opzioni di trattamento includono percorsi psicoterapici, psicosessuali e farmacologici.
Parte del trattamento prevede, in genere, l´apprendimento di tecniche di rilassamento del tessuto muscolare del pavimento pelvico. Allo stesso tempo, però, è fondamentale promuovere la consapevolezza sulle cause del disturbo e sulle modalità attraverso le quali si è strutturato nel corso del tempo. La psicoterapia, quindi, oltre a modulare ansia, lo stress, i vissuti di tristezza o addirittura la fobia della penetrazione ed essere il contesto in cui proporre un percorso di psicoeducazione, può rendere la persona maggiormente consapevole dei fattori personali e biografici alla base delle sue difficoltà. Laddove siano coinvolte anche dinamiche relazionali di coppia, inoltre, può essere risolutivo coinvolgere il partner in un percorso di terapia psicosessuale focalizzato sulle difficoltà sperimentate durante i rapporti sessuali.
In conclusione, data la necessità di strutturare percorsi di presa in carico articolati e complessi, è fondamentale rivolgersi a professionisti che abbiano competenze specifiche nella psicoterapia e nella psicosessuologia e che sapranno proporvi le migliori opzioni di trattamento.
Riferimenti bibliografici
- American Psychiatric Association (2007). APA Dictionary of Psychology. Consultato su https://dictionary.apa.org/vaginismus
- American Psychiatric Association (2013). Diagnostic and statistical manual of mental disorders (5th ed.). Arlington, VA: American Psychiatric Publishing.
- Harish, T., Prasad, M., & Murthy, P. (2012). Successful management of vaginismus: An eclectic approach. Indian journal of psychiatry, 54(4), 391.
- Pacik, P. T., & Geletta, S. (2017). Vaginismus treatment: clinical trials follow up 241 patients. Sexual medicine, 5(2), e114-e123.
- Rellini, A.H., & Meston, C.H. (2011). Sexual Self-Schemas, Sexual Dysfunction, and the Sexual Responses of Women with a History of Childhood Sexual Abuse. Archives of Sexual Behavior, 40, 351–362.